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giovedì 7 aprile 2016

ANTIOCO

Santi, Re, Filosofi,
e anche... Barbieri e Parrucchieri





Nell’occasione della Festa del nostro Patrono (domenica 11 aprile, seconda domenica dopo Pasqua) abbiamo cercato altri 'Antiochi' ricordati nella mitologia e nella storia.
Oltre ai Re di Persia (da Antioco I° ai suoi discendenti fino ad Antioco XIII° detto  l’Asiatico, sconfitto da Pompeo, che lo privò del trono e della Siria, che divenne provincia romana), si ricordano un Antioco filosofo,  originario di Ascalona,  nell'antica Grecia, ultimo capo della scuola platonica e discepolo di Filone; teneva lezioni sia in Grecia che a Roma, dove le sue lezioni vennero seguite da Cicerone e da suo figlio Bruto; ed ancora alcuni Santi con lo stesso nome (il Monaco Sant'Antioco Sabaita, il martire Antioco celebrato insieme all'altro martire Nicostrato il 21 maggio), insieme a tanti altri.
Il nome Antioco infatti è sempre stato molto diffuso,  sia in nord Africa che in Asia ed in Grecia, come anche nella Roma Antica.
Fra questi, uno è stato reso celebre da un famoso epigramma di Marziale (Marco Valerio Marziale, Epigrammi, Libro Undicesimo, n.84): si tratta di Antioco tonsorem (il tonsor nell'antica Roma svolgeva le funzioni sia di barbiere, per il taglio della barba, che di parrucchiere per le acconciature dei capelli), un barbiere molto particolare che Marziale celebra in questo modo:

Qui nondum Stygias descendere quaerit ad umbras,
Tonsorem fugiat, si sapit, Antiochum
...
Haec quaecumque meo numeratis stigmata mento
In vetuli pyctae qualia fronte sedent
Non iracundis fecit gravis unguibus uxor
Antiochi ferrum est et scelerata manus.
Unus de cunctis animalibus hircus habet cor:
Barbatus vivit, ne ferat Antiochum.

TRADUZIONE

Chi non vuole ancora discendere fra le ombre dello Stige,
eviti il barbiere Antioco, se è saggio.
...
Tutti questi sfregi che mi vedete sul mento,
simili a quelli sulla fronte di un vecchio pugile,
non me li fece la mia insopportabile moglie con unghie rabbiose:
son opera dei ferri e della scellerata mano di Antioco.
Unico di tutti gli animali,  il caprone,  ha buon senso:
vive barbuto per non vedersela con Antioco.



Nell’antica Roma, il taglio della barba era rito di passaggio dall'adolescenza alla giovinezza: avere una barba troppo lunga e soffice era sinonimo di furbizia orientale (la barba si usava in Grecia, a Roma era simbolo di deboscia), e sin dai tempi della Repubblica, con Scipione l'Emiliano (185 a.C. - 129 a.C.), si preferisce avere il mento rasato. Cesare e  Augusto considerano una trascuratezza non avere il volto ben rasato ogni giorno.
Curiosamente si sono trovati molti rasoi risalente all'età preistorica o etrusca ma quasi nessuno dell'età romana: questo perché mentre quelli più antichi erano in bronzo e si sono conservati,  quelli romani erano in ferro e sono stati consumati dalla ruggine.
Questi rasoi in ferro, benché ci si sforzasse di affilarli il più possibile, venivano poi usati sulla pelle nuda del malcapitato senza alcun uso di sapone o altri unguenti: tutt'al più si spruzzava il viso da radere con dell'acqua. Rari erano i barbieri che non sfregiassero regolarmente i loro clienti, come appunto Marziale ha ricordato.
Il tormento della rasatura era tale che quando l'imperatore Adriano, all'inizio del II secolo, si fece crescere la barba, la gran parte degli imperatori e del popolo romano lo imitarono per i cento cinquant'anni seguenti con profondo sollievo, senza alcun rimpianto per quella tortura che avevano sopportato per due secoli.
Cesare sbarbato e Adriano barbuto

Adriano sceglie, per primo, quel look barbuto, sicuramente  traumatizzato da tagliuzzamenti di barbieri imperiali all'alba del II secolo dopo Cristo e forse per nascondere una cicatrice lasciata dal rasoio del suo tonsor:  magari era proprio quell’Antioco ricordato da Marziale,  e per questo responsabile dell’odio di Adriano nei confronti del nostro Santo Antioco, del quale dispose il martirio?

Nel II secolo d.C. l'esigenza per i più raffinati di recarsi più volte al giorno dal barbiere fa sì che le loro botteghe diventino luogo d'incontro per oziosi; secondo altri invece la moltitudine che s'incontra nella tonstrina, ne fa un luogo d'incontro, di pettegolezzi, di scambio di notizie, un vero variegato salotto di varia umanità, tanto che diversi pittori, dal secolo di Augusto in poi, ne fanno oggetto dei loro quadri come già avevano fatto gli Alessandrini.
Il negozio del barbiere, da allora e forse fino a qualche tempo fa, era quello che potrebbero essere i social di oggi!














BARBIERI A SANT'ANTIOCO 

nel secolo scorso




Nei miei ricordi era così anche a Sant'Antioco: le barberie erano sempre molto affollate, soprattutto nella settimana che precedeva le Feste di Pasqua e di Natale ed in quella che precedeva la Festa Patronale di primavera; nell'attesa del proprio turno per essere serviti, si discuteva dell’operato degli amministratori, di quanto succedeva in paese, si pettegolava con gli altri avventori e con lo stesso barbiere, che anzi era il moderatore delle discussioni o lo stimolatore quando la discussione languiva: teneva "salotto" e più era in questo abile, più fidelizzava la clientela! Quello che succede oggi su Facebook!

















Ne ricordiamo qualcuno, dei barbieri antiochensi? 
C’era il signor Mario Piria, barbiere e violinista, per anni operante nella zona di piazza Umberto, specializzato nel taglio “all’Umberta”; nella zona di Piazza di Chiesa (l’attuale piazza della Basilica) avevano bottega Giovanni Selis, insieme al fratello Franco poi messosi in proprio in Piazza Repubblica, il signor Cara, Franco Piras, ed il signor Matzedda;
nel Corso si ricorda il “salone” dei signori Cannas ed Orrù, che faceva grande sfoggio di un seggiolino, per servire i bambini, dotato di una testa di cavallo in cartapesta, con briglie e fregi;



E sempre nel Corso, il signor Renato, grande scacchista e camminatore, ed in anni più recenti Franco Marroccu; nella Via Roma un altro barbiere molto apprezzato: il signor Antioco Massidda (..ecco un altro Antioco barbiere!!);  ed infine il mitico Nino Espa, prima in Viale Trento, ed ancora oggi in attività nella Via Roma, il decano dei barbieri e parrucchieri della Sant’Antioco di oggi.


Qualcuno ricorda i loro profumatissimi calendarietti "erotici" ?

Tutti  personaggi ricordati da tanti con grande simpatia e sicuramente apprezzati dai loro clienti più di quanto Marziale stimasse il romano Antioco!

1 commento:

  1. Che dire...sei un pozzo di cultura e di sapere La Jacaranda. Ho trovato davvero interessante ed originale il modo in cui hai voluto introdurre l'eco di Festa Manna che riecheggia nell'aria in questi giorni :).Grazie per aver condiviso queste perle. F.S.

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