blog aziendale di LA JACARANDA
locanda con cucina di Sant'Antioco



Sardegna, Sulcis, Sant'Antioco, La Jacaranda:
luoghi, eventi, curiosità
tanti motivi per venire qui


mercoledì 30 ottobre 2013

SANT'ANTIOCO 

SULLA ROTTA DEI FENICI


Sapevo che la città conservava i resti di un antico insediamento fenicio, ma quanto di bello ed affascinante ho potuto vedere al Museo Archeologico “Ferruccio Barreca”, inaugurato nel 2007, ha superato ogni mia più rosea immaginazione: stupendo ! 

Sant’ Antioco sorge sull’ antico abitato di Sulki, fondato dai Fenici nell’VIII secolo a.C.  ed era  una delle maggiori città fenicie del Mediterraneo. Per la sua posizione, permetteva alle navi di ripararsi in due porti comunicanti, al riparo dai venti e dalla furia del mare.

Sulki, dapprima semplice scalo, divenne poi una vera e propria città sempre più florida. Essa cercò di espandere i propri territori con altri insediamenti, come ad esempio la fortezza di Monte Sirai che controllava il Canale di San Pietro, la via per le miniere dell’iglesiente, quella per il Campidano e la fertile pianura di Giba.
Nonostante l’antico insediamento sia sepolto sotto la moderna città si può percepire l’importanza storica di Sulky visitando alcune aree: l’area abitativa del Cronicario, la necropoli ipogea ed il Tofet.
Ma la vera  storia la si può leggere solo visitando il moderno e bellissimo Museo “Ferruccio Barreca”.





Ci mostra i reperti dei primi insediamenti Fenici dell’ VIII secolo a.C. e quelli relativi all’arrivo dei Punici che, nel IV secolo a.C. eressero, per motivi difensivi, una fortificazione con un ingresso monumentale contrassegnato da due leoni, oggi conservati all’interno del Museo.

Ci parla della religione Fenicia e dei due suoi principali dei: Astarte, dea della fecondità, e Baal, padre di tutte le cose.
I luoghi di culto delle città fenicie erano sempre in un “Luogo alto” dove venivano collocati il Tophet e la Necropoli. I corpi dei neonati morti, insieme a piccoli animali sacrificati, venivano bruciati e le loro ceneri collocate in un’urna di terracotta che, coperta con un piattino, veniva deposta nel suolo dell’area sacra del Tophet.
Nel Tophet di Sant’Antioco oltre alle urne cinerarie sono state ritrovate anche alcune stele che i Fenici deponevano tra le urne cinerarie perché gli Dei concedessero loro la grazia dei poter avere altri figli.
Impossibile descrivere la ricchezza di tutti i reperti esposti nel museo:
Monili fenici di cui è in generale molto difficile trovare traccia perché sono gli oggetti che per primi vengono trafugati dai tombaroli. Tra di essi spicca l’anello aureo decorato a godronatura e smalti del IV secolo a.C.
Piccole riproduzioni ottenute con stampi di terracotta
Sculture dalle forme molto aggraziate e bessissimesime ricostruzioni delle antiche navi fenicie, tra cui una splendida pentecontera.
Dopo la caduta di Cartagine nel Sulky arrivarono i Romani che si integrarono con la popolazione locale ed anche di essi il museo documenta la storia.
E’ un museo da scoprire! Un sincero ringraziamento alla guida che ha saputo coinvolgerci profondamente ed alla Direzione del Museo per avermi concesso di riprodurre sul mio blog alcune foto. Mi auguro inoltre che questo Museo  guadagni rapidamente tutta la visibilità che merita !

Prima di lasciare Sant’Antioco c’era ancora qualcosa che desideravo vedere: la chiesa parrocchiale di Sant’Antioco eretta nel 1102 su di una preesistente chiesa paleocristiana a croce greca. Le sue vecchie mura ci parlano di antiche storie e leggende tra cui quella di una piccola catacomba estremo rifugio e sepoltura del martire africano S. Antioco.


Alberto Rudi da http://www.duale.altervista.org/

martedì 22 ottobre 2013

NURAGICI E FENICI: CUCINA GOURMET

La "Pintadera", stampo per pintare, decorare il pane,  indispensabile per marchiare di buoni auspici i dolci
Le donne nuragiche cucinavano semplicemente e le loro tecniche di cottura erano sicuramente semplici, come arrostire, lessare, ma anche affumicare, salare e varie forme di fermentazione che serviva per realizzare formaggio, ma anche vino e aceto. Precisa era la conoscenza di una panificazione evoluta, ancora molto simile a quella tutt’ora praticata nell’isola. Si pensi a su civraxiu, pane poddine, su tundu, sa fresa e sas cotzulas e a molti pani cerimoniali marchiati con sas pintaderas. Tecniche di panificazione simili anche ad altri popoli del Mediterraneo. Quindi una alimentazione piuttosto raffinata: pani azzimi e lievitati (pane purile e cun madrighe) e anche dolci (cotzula de gerdas e pade de saba) , carni arrosto di agnello e maialetto (de anzone e de porcheddu), sanguinacci (di pecora, agnello, capretto e maiale), caglio e cagliate (merca, giagada, casu axedu).
Importante la raccolta del miele selvatico, che era un’attività rischiosa quanto la caccia e pertanto riservata agli uomini. Con il miele raccolto si preparavano pietanze dolci o si mangiava al naturale, come integratore alimentare. Ancora i pastori della Barbagia e della Gallura consumano un piatto semplice (latuca e mele – lattuga e miele), come ad integrare una alimentazione di un popolo carnivoro.
Una tecnica di cottura della carne , collocabile nel periodo ed anche precedente, potrebbe essere della cottura sotto terra (cotta a carrardzu ) del primo capo catturato preparavano il loro desinare che mettevano al riparo dai carnivori per poi continuare a dedicarsi alla caccia di altri animali.
Sempre di origini antiche è l’uso di mangiare cuore e fegato crudi dei cinghiali appena sventrati. Altro sistema di cottura risalente alla più remota dei popoli cacciato è la cottura degli intestini dei cinghiali arrostiti sulla brace ad una certa altezza dal fuoco mediante due lunghi bastoni, uno per mano, avvolgendoli e svolgendoli secondo una particolare arte (sambene a fiacca).
Tra le erbe spontanee consumate in Sardegna nel periodo vi erano, tra le altre, la cicoria , il porro , le cicerchie, il pisello, le lenticchie, cardo (cugunzula), ma anche avena, orzo, grano ( trigu cottu), funghi (antunna).
La polenta era sicuramente un alimento nuragico, preparata con granaglie e legumi, e tutt’ora se ne conservano i nomi e ricette rispettose di quelle elementari tecniche di preparazione: Ambulau, Oglia, Lusarza, Farre, Succu de faa, Pisci a collettu e altre ancora, documentate da autori latini in epoca successiva.
Intorno all’ VIII secolo a.C. nell’isola giungono i Fenici e alcuni studiosi ipotizzano che quando sono entrati in contatto con quel popolo lo hanno riconosciuto come un parente stretto, con il quale convivere pacificamente. I Fenici hanno trasmesso all’Occidente le tecniche espresse dall’Oriente e seppur non documentate, sono loro alcune tradizioni culinarie. Assi importanti dell’economia fenicia è il sale e le peschiere. Per il tramite di Columella ci viene trasmessa l’informazione sulla loro tecnica di coltivazione degli ulivi. Le fonti classiche descrivono gli orti e giardini lussureggianti di Cartagine con carciofi, cavoli, cardi e aglio.
Anche i Punici, parenti stretti dei Fenici, dominarono l’isola con la finalità di coltivare il terreno che consideravano vocato per la produzione del grano, facendo diventare l’isola il granaio per il rifornimento di Cartagine.
Con il 238 a.C., successivamente alle guerre puniche, Roma prende pieno possesso dell’isola e quella data pone fine a quella civiltà che non era più comunque nel suo massimo splendore

- Testo di Giovanni Fancello. Esperto e docente di storia della gastronomia sarda. Autore di numerosissime pubblicazioni, fra le quali citiamo: Sabores de Mejlogu, Sardegna a tavola, Il pesce povero, Le erbe selvatiche, Le spezie. Collabora alle pagine gastronomiche delle più importanti testate giornalistiche sarde. Vincitore del concorso internazionale “Premio Marietta” di Pellegrino Artusi organizzato dal comune di Forlimpopoli nel corso della Festa Artusiana 2003.
(dalla pagina FB di https://www.facebook.com/pages/Nurnet-La-Rete-Dei-Nuraghi/506410149437714 )

giovedì 17 ottobre 2013

PER NON DIMENTICARE



(un recente  moderno nuovo esproprio, perpetrato dai romani ai danni dei fenici)


Nell’apprestarci ad ospitare forse il più importante evento nel settore dei beni culturali che si sia tenuto a  Sant’Antioco, costituito dall’ ottavo Congresso Internazionale di Studi Fenici e Punici ( Carbonia e Sant’Antioco, dal 21 al 26 ottobre prossimo), riteniamo utile rispolverare una vicenda relativa alle necropoli di Sulky, che rischiano seriamente di andare irrimediabilmente danneggiate e che sono da anni sottratte alle visite dei cittadini, dei turisti e degli studiosi.
Parliamo dei fondi raccolti in occasione di  Maratonarte nel 2007, espressamente destinati ai lavori di messa in sicurezza e valorizzazione delle necropoli e che sono invece stati sottratti alla comunità antiochense per essere dirottati su interventi in altri siti.
Ricordiamo questa vicenda nei suoi tratti essenziali:
sul finire dell’anno 2007 il ministero dei beni culturali organizzò una raccolta di fondi, attraverso una trasmissione televisiva chiamata “Maratonarte”  destinati esclusivamente a lavori di restauro urgenti in sette importanti siti archeologici d’Italia, e fra questi – unico dei sette relativo a rinvenimenti della civiltà fenicio e punica – le necropoli di Sulky.
Le donazioni dovevano fare espresso riferimento al sito cui erano destinate. Per le necropoli di Sulky furono raccolti ben 424 mila euro, che però il Ministero si è guardato bene di far arrivare a Sant’Antioco.
Rispondendo ad una interrogazione parlamentare nel mese di giugno del 2011 il sottosegretario del ministero affermò che, essendo stata la raccolta di fondi inferiore alle attese, si era preferito utilizzare l’intera raccolta per intervenire su cinque siti dei sette per i quali i soldi erano stati versati dai cittadini: un vero e proprio nuovo furto perpetrato dai “romani” sui “punici”, che si aggiunge a quelli precedenti che la storia ci ha tramandato.
L’indignazione degli amministratori e dei cittadini (peraltro molto tiepida) non è servita a recuperare quei fondi  e le necropoli di Sulky continuano a versare in una situazione di gravissimo pericolo.
E’ anche caduto nel vuoto l’appello del prof. Piero Bartoloni riportato da La Nuova Sardegna del 7 aprile 2009 che qui riprendiamo:
«I soldi di Maratonarte - ha detto al termine della conferenza tenuta per fare il punto sulle donazioni, Piero Bartoloni, nella sua veste di direttore del Museo Archeologico Cittadino - sono stati espropriati alla comunità, ed è necessario che la comunità si muova per recuperarli. Si può dire che l’idea di inserire la necropoli di Sulky tra i siti finanziabili sia stata promossa da me e, oltre ad avere contribuito per essermi prestato a girare gli spot necessari, ho dato il mio obolo come immagino molti antiochensi e sardi. Non ritengo giusto quindi che quei fondi non vengano spesi per la salvaguardia e la valorizzazione di un sito estremamente delicato».
Occorre non dimenticare e profittare di ogni utile occasione ( e quale migliore occasione del Congresso Internazionale che si terrà fra qualche giorno nel Sulcis?) per tener vivo  un movimento di opinione che costringa il ministero dei Beni Culturali a ritornare sui suoi passi ed a restituire a Sant'Antioco i 424 mila euro necessari per il restauro dell’antica necropoli e per favorire la sua fruibilità.
Non sarà facile ma la necropoli è una delle risorse del grande parco archeologico della città al quale non si può ancora a lungo rinunciare.
Per non dimenticare abbiamo recuperato e pubblichiamo lo spot realizzato dalla RAI per sollecitare le donazioni.


mercoledì 16 ottobre 2013

IL SULCIS nelle relazioni dell'ottavo Congresso Internazionale di Studi Fenici e Punici

Tanta Sardegna e tanto Sulcis nelle relazioni previste dal programma dell’ottavo Congresso Internazionale di Studi Fenici e Punici che si terrà a Carbonia e Sant’Antioco dal 21 al 26 ottobre prossimo.
Fra gli studiosi:
PIERO BARTOLONI - Presidente del Congresso
Università degli Studi di Sassari - Direttore Scientifico del  Museo Archeologico di Sant’Antioco 
componente del Comitato D’onore, del Comitato Scientifico Internazionale e del Comitato Scientifico Nazionale del Congresso
PAOLO BERNARDINI
Università degli Studi di Sassari – già Direttore archeologo nella Soprintendenza archeologica di Cagliari e Oristano
Componente del Comitato Scientifico Nazionale del Congresso
SARA MUSCUSO
Curatrice del Museo Archeologico di Sant’Antioco

Il Congresso si aprirà a Carbonia nel Teatro Comunale di Piazza Roma e proseguirà presso la Grande Miniera di Serbariu (21-23 ottobre);
a Sant'Antioco si proseguirà nell’ Aula Consiliare del Comune e presso la Sala Congressi dell’adiacente Pierre Pub (24-26 ottobre).
I lavori si articoleranno attraverso due Sessioni parallele, nelle quali saranno affrontati i seguenti argomenti tematici:
  • ARTE E ARTIGIANATO
  • ABITATI E VITA QUOTIDIANA
  • INTERAZIONI CULTURALI, SOSTRATI E ADSTRATI
  • NECROPOLI E RITI FUNERARI
  • RELIGIONE E ARCHEOLOGIA DEL SACRO
  • STORIA E NUMISMATICA
  • EPIGRAFIA E FILOLOGIA
  • POSTER

Pubblichiamo un estratto del programma con gli interventi relativi ai siti sulcitani. 
il programma completo è consultabile qui: http://www.comune.santantioco.ca.it/cms/documenti/manifestazioni/2013/FENICIO_PUNICI/PROGRAMMA_DEFINITIVO_convengo_archeo.pdf
 
LUNEDI 21 OTTOBRE - Grande Miniera di Serbariu, Carbonia

ore 15:30        
G. MANCA DI MORES (Associazione Nazionale Archeologi)
Iconografie tra mondo punico e romano nel rilievo fittile del tempio del Sardus Pater ad Antas
A. UNALI (Università di Sassari)
Orizzonti documentari di Sulky fenicia: evidenze di cultura materiale (VIII-VII sec. a.C.)
ore 17:00 (Sessione POSTER)
V. BISIO (Università di Cagliari)
La collezione comunale “Pistis-Corsi” di Iglesias: ceramica vascolare e artigianato votivo
J. BONETTO, A. BERTELLI, R. DEIANA (Università di Padova)
Nuove ricerche nell’area della necropoli fenicia e punica di Nora
G. CARENTI (Università di Sassari)
Tecniche di caccia e pesca nella Sardegna fenicia e punica: il contributo dell’archeozoologia
S. CISCI (Soprintendenza Archeologica per le Province di Cagliari e Oristano)
La necropoli di Sulky. Un progetto di sistemazione e valorizzazione per la candidatura come sito UNESCO “I porti fenici del Mediterraneo”
M. GUIRGUIS, G. PIGA (Università di Sassari)
Funerary rituals and ideologies in the Phoenician-Punic necropolis of Monte Sirai (Carbonia, Sardinia, Italy)
M. GUIRGUIS, R. PLA ORQUÍN (Università di Sassari)
Il centro di Monte Sirai (1963-2013): mezzo secolo di indagini archeologiche
E. INSINNA (Università di Sassari)
L’Acropoli di Monte Sirai in età ellenistica: il vano C66
E. MADRIGALI, A. ZARA (Università di Sassari; Università di Padova)
Anfore fenicie e puniche con contenuti alimentari dai rinvenimenti di Michel Cassien a Nora
V. MELCHIORRI, L. USAI (Università di Viterbo/University of Tübingen; Independent Researcher)
Il tofet di Sulci in età arcaica: nuovi dati dalle analisi archeo-osteologiche
I. MONTIS (Università di Cagliari)
Un amuleto raffigurante Khonsu dal Tofet di Sulcis
C. MURGIA, R. PLA ORQUÍN (Università di Firenze; Università di Sassari)
Studio archeologico e antropologico nella necropoli di Monte Sirai
S. RINDI (Università di Sassari)
Sulky, area dell’abitato: le lucerne arcaiche
G. ZARA (Independent Researcher)
Bagoi-Narcao. Il santuario di una dea millenaria

MARTEDI 22 OTTOBRE - Grande Miniera di Serbariu, Carbonia
ore 09:00
P. BERNARDINI (Università di Sassari)
Sant’Imbenia, Sulky e la rete mercantile fenicia
C. PERRA (Museo Archeologico “Villa Sulcis” di Carbonia)
Nuovi dati sul sistema insediativo sulcitano dalla fortezza del nuraghe Sirai
M. BOTTO, F. CANDELATO (ISMA - CNR)
Recenti scoperte nell'abitato fenicio e punico di Pani Loriga
M. CASTIGLIONE (Scuola Normale Superiore di Pisa)
La ceramica da cucina dell’Area A di Pani Loriga: contesti, forme e usi
h. 18:00   
I. SANNA, C. DEL VAIS (Soprintendenza Beni Archeologici di Cagliari e Oristano; Università di Cagliari)
Contesti  e  rinvenimenti  fenici  e  punici  nelle  acque  della  Sardegna  centro-meridionale:
un contributo aggiornato dall’archeologia subacquea
L. SOMMA (Università di Torino)
La cottura del pane nel mondo fenicio e punico: il caso di Pani Loriga
T. PEDRAZZI (ISMA-CNR)
Le anfore puniche dell’abitato di Pani Loriga (Area A)
A. ROPPA (University of Leicester)
L’artigianato ceramico nel mondo fenicio di Occidente: il caso della Sardegna

MERCOLEDI 23 OTTOBRE Grande Miniera di Serbariu, Carbonia
h. 09:00
M. GUIRGUIS (Università di Sassari)
Monte Sirai tra Nuragici, Fenici e Cartaginesi: autoctonia, alloctonia e costruzione delle identità
G. GRADOLI (University of Leicester)
The Role of “Ceramic Technology” in Assessing Cultural and Social Interactions between Different
Communities.The Case-Study of the Nuraghe Sirai (Carbonia, SW Sardinia)
V. MELCHIORRI (Università della Tuscia di Viterbo / University of Tübingen)
Sulci, città punica: cultura materiale ed artigianato figurativo dalla necropoli a inumazione e dal tofet
L. CHERI (Università di Sassari)
La Sardegna nuragica tra VII e VI sec. a.C.: testimonianze materiali dalla regione del Sulcis

GIOVEDI 24 OTTOBRE - Sant'Antioco
h. 09:00 Aula Consiliare
G. CARENTI (Università di Sassari)
Archeozoologia sulcitana: caccia, pesca e allevamento negli insediamenti di Sulky e Monte Sirai
h. 09:00 PierrePub
P. BARTOLONI (Università di Sassari)
Le necropoli arcaiche di Sulky
S. MUSCUSO (Museo Archeologico "Ferruccio Barreca", Sant'Antioco) 
Corredi funerari dalla tomba 3A della necropoli punica sulcitana
R. SIRIGU (Museo Archeologico di Domus de Maria)
I Fenici, i Nuragici e gli Altri. La definizione e il riconoscimento delle identità collettive come problema archeologico
F. ARCA (Università di Cagliari)
Sa Presonedda: mausoleo punico-romano nel centro di Sulci
W. KHALIL (Université Libanaise de Beirut)
Les travaux de la Mission Archéologique à Carloforte 2011-2013
h. 18:00   Aula Consiliare
E. POMPIANU (Università di Sassari)
Culti sulcitani tra età punica e romana: aspetti di cultura materiale da Sulky
h. 18:00  Pierre Pub
E. GAUDINA, M. PIGA (Università di Cagliari)
La Serie V di Sardegna: stato degli studi e nuove ipotesi
D. MONTANERO VICO (Universidad de Barcelona-GRACPE)
Justino, Cartago y la conquista de Cerdeña: una reinterpretación literaria y arqueológica

VENERDI 25 OTTOBRE Sant'Antioco

h. 09:00  PierrePub
P. FILIGHEDDU, P. P. SORO (Ruhr-Universität Bochum; Museo Archeologico alle Clarisse di Ozieri)
Materiali iscritti di matrice punica da Ozieri (Sardegna)
R. DE SIMONE, F. TOMASELLO (Università di Enna-Kore; Università di Catania)
Epigrafia punica: alcuni aggiornamenti
h. 11:30 Aula Consiliare
M. M. MCCARTY (Princeton University)
From Baal Hammon to Saturn? Rethinking Syncretism in Punic/Roman Africa
F. B. GOMES (Universidade de Lisboa)
The diffusion of Phoenician religious architecture in the West: a view from southern Portugal
h. 11:30  PierrePub
F. ISRAEL (Università di Genova)
L’onomastica prefenicia e la storia delle lingue semitiche nord-occidentali
A. M. G. CAPOMACCHIA (Università “La Sapienza” di Roma)
Fenici in tragedia
F. MAZZA (Unione Accademica Nazionale)
Pitagora, pitagorismo e mondo fenicio-punico: tracce di rapporti e di influenze

h. 12:45         Chiusura dei lavori congressuali


leggi anche:
http://jacarandiamo.blogspot.it/2013/10/viii-congresso-internazionale-di-studi.html

VIII Congresso Internazionale di Studi Fenici e Punici(Carbonia e a Sant'Antioco dal 21 al 26 ottobre 2013)

Dal Mediterraneo all’Atlantico: 

uomini, merci e idee tra Oriente eOccidente


L'ottavo Congresso Internazionale di Studi Fenici e Punici si terrà a Carbonia e a Sant'Antioco dal 21 al 26 ottobre 2013.
La decisione era stata assunta, su proposta del prof. Piero Bartoloni, direttore scientifico del MAB (Museo Archeologico F.Barreca) di Sant'Antioco, nella seduta finale del VII Congresso di studi fenici e punici tenutosi ad Hammamet, in Tunisia, nel novembre del 2009.

Il Congresso, organizzato in collaborazione tra il Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università degli Studi di Sassari, la Provincia di Carbonia-Iglesias, il Comune di Carbonia e il Comune di Sant’Antioco, si aprirà a Carbonia nel Teatro Comunale  di Piazza Roma e proseguirà presso la Grande Miniera di Serbariu (21-23 ottobre); a Sant'Antioco si proseguirà nell’Aula Consiliare del Comune e presso la Sala Congressi dell’adiacente Pierre Pub (24-26 ottobre).

Si tratta di una assise internazionale di grandissima importanza, che si tiene ogni quattro anni, nelle località del Mediterraneo interessate agli insediamenti degli antichi popoli fenici e cartaginesi, e che è una straordinaria occasione di incontro fra tutti i maggiori studiosi ed esperti del settore, per mettere a confronto e presentare le diverse esperienze e studi nei tantissimi siti fenici e punici del Mediterraneo e per illustrare le più recenti scoperte.

La scelta del Sulcis per la celebrazione dell'ottavo congresso non è certamente casuale: rappresenta un riconoscimento esplicito della grande importanza dei siti sulcitani, insediamenti fenici e punici, fra i quali Sulky e Sirai hanno una rilevanza che i massimi studiosi e ricercatori di questa parte di storia antica ritengono più che significativa.
Ma questa scelta è anche un convinto riconoscimento al valore degli archeologi sardi che hanno fatto ricerca e studi in questi siti, ai quali, molti di essi, hanno dedicato la loro intera vita professionale, facendosi apprezzare per la qualità della loro ricerca.
Fra questi, il prof. Piero Bartoloni, professore ordinario di archeologia fenicio-punica presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Sassari e Direttore Scientifico del Museo F.Barreca di Sant'Antioco, che ha fortemente voluto che la scelta della sede del congresso cadesse sul Sulcis e che non a caso è stato chiamato alla Presidenza del congresso.
Converranno a Carbonia e Sant'Antioco, dal 21 al 26 ottobre, oltre 200 studiosi e professori, provenienti da più di 60 università di tutto il mondo e da oltre 50 fra Enti, Istituti, Musei e siti archeologici del Mediterraneo.
«Al di là della enorme rilevanza scientifica del congresso – ha dichiarato il prof.Bartoloni – si tratta di una grande occasione per mettere in vetrina le ricchezze di un’area, come quella del Sulcis, che può diventare una capitale del turismo culturale dell’isola. L’importanza dei siti e dei ritrovamenti di Sirai e di Solky consentono di approfondire le nostre conoscenze, e spesso di scoprire novità di rilievo nella vita e nei riti dei popoli che giunsero in quest’area e si integrarono con la popolazione preesistente».

per il programma completo del convegno:
http://www.comune.santantioco.ca.it/cms/documenti/manifestazioni/2013/FENICIO_PUNICI/PROGRAMMA_DEFINITIVO_convengo_archeo.pdf

sabato 5 ottobre 2013

La Sardegna non finisce a San Teodoro

Antonella e Andrea, di Parma, ospiti della Jacaranda, al momento della loro partenza dopo una settimana di soggiorno, nel salutare e ringraziare per l’accoglienza e nel rammaricarsi per la sua brevità, ci fanno due considerazioni che un po’ (ma non tanto) ci sorprendono:
  • “È tanti anni -  più di dieci - che veniamo in Sardegna e mai prima di quest’anno abbiamo avuto modo di vedere e scoprire tante cose quante ne abbiamo visto e imparato qui”
  • “ la cosa più importante che abbiamo scoperto e che faremo in modo di divulgare fra tutti i nostri amici e conoscenti è questa: < la Sardegna non finisce a San Teodoro!> “
Abbiamo allora chiesto ad Antonella ed Andrea di scrivere qualche riga per questo blog; richiesta che loro hanno prontamente e cortesemente accettato e quindi, con grande piacere,  pubblichiamo il loro post.
Grazie!

LA  SARDEGNA NON FINISCE 
A SAN TEODORO!
 
"Era l'inizio del giugno 2013 quando siamo partiti per una delle nostre più belle vacanze. Un viaggio programmato in poco tempo con una meta scelta quasi per caso che però ci ha dato modo di imparare tante cose. Abbiamo imparato ad esempio che esiste una Sardegna poco conosciuta (da noi italiani) che è in grado di offrire una grande varietà di temi. L'Isola di Sant’Antioco (dove abbiamo soggiornato) infatti, oltre a costituire un ottimo punto strategico, ti incanta con le sue meravigliose spiagge dai colori incredibili sempre fruibili in funzione dei venti ovunque essi decidano di spirare! I meravigliosi colori ed i contesti in cui esse si trovano incastonate come splendidi monili naturali, stupiscono ogni volta.

Come stupisce il paese, vero, come non te lo aspetteresti mai, con il curatissimo lungomare o con i suoi pescatori, ad esempio, che ogni mattina allestiscono un mercato del pesce con le bancarelle posizionate nel retro dei pescherecci all'attracco! Il pesce, appunto, che costituisce una delle basi dell'ottima cucina locale, antica e raffinata, che i sulcitani ci hanno fatto scoprire.




Oltre tutto questo però, molto altro: geologia (splendide grotte di Is Zuddas di Santadi, sull'isola maggiore); dal punto di vista archeologico poi, possiamo ammirare tutto ciò che i Fenici hanno lasciato come testimonianza del loro passaggio in zona, catacombe comprese, poi riutilizzate in vari modi in seguito e non solo. Le miniere ora visitabili, incredibile testimonianza storica della vita del luogo. La gente del Sulcis poi, è stata un’altra bella scoperta! Persone che sanno accoglierti e consigliarti sempre al meglio. Abbiamo imparato che tutta la zona va visitata e che una settimana è poco.
Di cose ne abbiamo imparate tante ed una è sicura:  “la Sardegna non finisce a San Teodoro!"

Antonella e Andrea Schianchi